
Anzi, come riporta per esempio Nello Rosselli nel suo libro "Bakunin e Mazzini" più volte nelle sue lettere Mazzini specificò di non essere Massone.
In una lettera a Federigo Campanella del 12.6.1867 scriveva "...La Massoneria accettando da anni e anni ogni uomo, senza dichiarazioni d'opinioni politiche, s'è fatta assolutamente inutile a ogni scopo nazionale. Per farne qualche cosa bisognerebbe prima una misura d'eliminazione ed una revisione delle file, poi una formula nazionale o politica per l'iniziazione..."
Il Campanella era Massone e dopo che Garibaldi rinunciò al titolo di Sovrano Gran
Commendatore del Supremo Consiglio del RSAA di Palermo (7.7.1868), propose a Mazzini di divenirne il nuovo Sovrano G.C. In verità il Campanella fece molto di più: inviò al Mazzini la nomina e la formula del giuramento per la firma di accettazione. Mazzini lesse la formula di giuramento e rispose che l'unico giuramento che avrebbe fatto nella sua vita era quello verso la sua libertà di pensiero.
Ernesto Nathan il 21.4.1918 dovette affermare inoltre "...Mazzini nella Massoneria non volle mai entrare. Diffidava dell'ascendente goduto dalla direzione massonica francese, e dalla tiepida sua volontà a dare valido aiuto alla propaganda per il risorgimento patrio. Ma fu sempre in amichevole con i massoni più influenti."

L'appropriazione indebita del grande pensatore italiano continuò con la costruzione della tomba di Mazzini nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova. I Massoni liguri ordinarono all'architetto Gaetano Vittorio Grasso (non Massone) una tomba (vedi immagine in alto) che doveva riprodurre in piccolo il Tempio di Re Salomone.
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